Diario di Wendy

Sono mamma!
Cinque splendidi cuccioli lanciano il loro canto di guaiti attorno a me, stanca e felice, vuotata del carico più prezioso e carica di ancestrale gioia.
La sera precedente per la prima volta ho voluto la solitudine, non ho voluto seguire i miei umani, ferma nella mia inconsapevole certezza.
Al mattino ho cominciato a fremere, tremare, cercare una meta, e allora Giuliana, la mia umana, ha avuto una piccola intuizione, tra coperte bagnate e tracce di rosso brillante.
Ho gridato e guaito, ma non c'era aiuto possibile; un dolore acuto ed è venuto giù il mio angelo, il cucciolo che ha aperto la strada ai suoi fratelli, corpicino pronto a vivere eppure esanime nonostante i miei sproni.

Ma dolce e morbida, racchiusa nella sua bolla di placenta è arrivata Alia, l’esploratrice, già arrampicata sopra di me e oltre.
Dopo è sbucata Vega, la dominante, paffuta nei suoi duecento grammi di vigoria.
E subito dopo Musa, così minuscola e scattante.

Una lunga pausa e c’è stato un altro diverso evento: è venuta fuori da me una placenta scura, un cucciolo nero e immoto è piombato giù al suolo. Gli umani erano già sconfortati, ma io l’ho preso a me ostinatamente , gli ho morso via il cordone per renderlo libero, ho leccato con cura il corpicino inzaccherato, e sì, c’è stata una pulsazione, un movimento leggero e intenso. Come non chiamarti se non Mira! Nome di stella e di miracolo.

Una lunga pausa senza riposo e alla sera è tornato il momento propizio: Nadir, il mio unico maschio solitario, te ne vai lontano dalle tue sorelle controcorrente.

Grazie a voi per il vostro affetto, grazie alla vita che ci ha portato qui.
Auguri!