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"A TU PER TU" CON L'ALLEVATORE
Dialogo diretto con Samanta Suman
Allevamento del Magico Angelo

1) Innanzitutto vorremmo chiederle da quanti anni alleva e perche il suo allevamento ha questo nome?
Allevo dal 2002, 10 anni. Il nome del mio affisso è “del Magico Angelo”. Si chiama così perché il mio papà nel 2001 mi ha lasciato. Io in quel momento iniziavo ad andare in esposizione e realizzare il mio sogno, e nel suo calvario lo supplicavo di guarire... purtroppo aveva un tumore al cervello, e il male gli aveva tolto la parola. Quindi l'ultima volta che ho parlato con lui gli ho detto: “Papà, ti prometto che se riuscirò a realizzare il mio sogno lo dedicherò a te”. Il mio papà si chiamava Angelo. Magico perché ogni volta che sono in difficoltà chiudo gli occhi e lui è davanti a me che mi sorride. Ecco perché si chiama “del Magico Angelo”.

2) Come è nata la sua passione e decisione di diventare allevatore?
La mia passione per questa razza è nata nel 1993 quando feci un viaggio in Scozia e vidi per la prima volta un westy. La decisione di diventare allevatore è cominciata poco alla volta, osservando e studiando il westy, ma subito mi accorsi che erano parte di me.

3) Quali sono le razze che alleva?
La razza che allevo è il West Highland White Terrier.

4) Qual è il motivo per cui ha scelto di allevare proprio i West Highland White Terrier?
Il motivo che mi ha fatto scegliere questa razza... lo dico sempre a tutti: chi ha un westie non ne può più fare a meno.


5) Ci dica il più grosso pregio di questa razza ed il più grosso difetto.
Il pregio di questa razza: forte, deciso, con un westy non ti senti mai solo. Riesce a toglierti la tristezza solo guardandolo; è un anti depressivo.
Il difetto: ma, difetti ne può avere tanti, sa, dipende come lo si tira su. Potrebbe avere magari qualche allergia, ma per me è difficile trovare difetti...

6) Quanti esemplari sono presenti nel suo allevamento?
Circa nove.

7) Quale è stata la più grossa soddisfazione che ha mai avuto durante la sua attività di allevatore?
Le soddisfazioni sono tante. Quando si realizzano risultati in esposizione... quando nascono i cuccioli... che bello!

8) E la più grossa delusione?
La mia più grossa delusione è quando aspetti con tanta ansia una cucciolata e poi ti ritrovi questi esserini che ti muoiono tra le mani...

9) Si è mai pentita di questa scelta?
Maiiiii! Dopo la mia bambina, loro sono la mia vita.

10) Com’è, in generale, la giornata tipica di un allevatore?
Svegliarsi presto, aprire ai cani, pulirli, educarli, amarli ed essere amata.

11) Cosa direbbe ad una persona che le confessasse l’intenzione di dedicarsi all’allevamento?
Gli direi: forza, coraggio, se hai bisogno io ti posso dare qualche consiglio.

12) Che rapporti ha con i suoi clienti una volta che il cucciolo è stato consegnato?
Io dico a tutti che sono qua, se avete bisogno lui è una parte di me... quindi è come se siamo parenti. Mi chiamano e con molti sono diventata amica... sono tutti sempre molto contenti.

13) Ci dica il nome della persona a cui deve molto come allevatore.
Questa è la domanda più bella. Il mio maestro, il mio grande amico, un uomo veramente umile, speciale, e con un gran cuore. Da lui ho imparato molto, anzi, tutto: All. Jesus Pastor, affisso Alborada.

14) E il cane che ha lasciato un segno nel suo cuore?
Tutti i miei cani lasciano un segno nel mio cuore, anche le due meticce che ho avuto quando ero una bimba. Comunque, Alborada Tolkien, lui mi ha fatto sognare, e il mio sogno lo devo a lui.

15) Ci racconta un episodio curioso della sua vita da allevatore?
Ce ne sono molti. Magari vi racconto l'ultimo.
I miei cani vivono in branco. Una delle ultima cucciolate ho deciso di tenere un maschietto. Quando tutti i cuccioli sono andati nelle nuove famiglie io ho messo il maschietto in mezzo al branco. Il primo ad attaccarlo, per modo di dire, ringhiare, ma niente di che... è stato Tolki. La mamma ha iniziato a mettergli la zampa in faccia, perché lui è il capobranco, quindi tutti lo temono...
I miei cani vengono in cucina e in giardino; per passare dal giardino alla cucina devono passare dalla gattaiola. Il piccolino non sapeva come fare, quindi è uscito ma non sapeva più rientrare, allora la mamma è andata li e con la bocca gli ha aperto la porticina per farlo entrare.. tac... lui è entrato e io sono rimasta a bocca aperta.


Samanta Suman
All.to “del Magico Angelo”

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